Twitter Updates

venerdì 26 febbraio 2010

Una volta si chiamava Ubris

... E si scriveva Hýbris ma poi nessuno sapeva come leggerlo, a voler fare gli spocchiosi tanto si dovrebbe dire Υβρις e tutte le altre sono approssimazioni barbare (letteralmente).

Fatto che a Dubai, dove ultimamamente non regna esattamente la moderazione nei costumi, oltre alle isole artificiali a forma di palma e i palazzoni alti 800 metri, da un anno e mezzo hanno anche un enorme centro commerciale con dentro per il loro diletto un acquario tropicale da 2 milioni di galloni (sono settemilionicinquecentosettantamilaerotti litri!) con dentro 33.000 animali marini che probabilmente non si sono nemmeno accorti di non essere più in mare aperto. Questo acquario vanta alcuni primati tra cui il pannello di plexiglas più grande del Mondo.

Il problema arriva proprio dal plexiglas, non il pannellone ma alcune altre "finestre" dell'acquario che... beh... un video vale più di mille parole...



...Dicevamo, cercare di volare con ali di cera, costruire torri per arrivare in Paradiso, costruire acquari grandi come il Mar Ionio... Ai miei tempi si chiamava Ubris ed è il peccato di tracotanza che gli uomini commettono quando vogliono strafare apparendo insolenti agli occhi degli dei. L'inevitabile conseguenza è la Nemesi (ok, νέμεσις, e ora piantatela di fare i fighetti), ovvero la sfiga divina che si abbatte su di te e se gli gira pure sui i tuoi figli, sui i tuoi nipoti, e su tutti quelli a cui hai mai mandato catene di Sant'Antonio nel 1997... ai tempi di internet lo si chiama più prosaicamente EPIC FAIL.

Se invece non riuscite a dare un nome a quell'inconfessabile sussulto di soddisfazione che vi ha fatto pensare "alla strafacciazza vostra, così imparate a tirarvela!", il termine scientifico è Schadenfreude o, nel vernacolo di questi tempi barbari... LOL ;-)

martedì 23 febbraio 2010

Perchè Buzz si e Faccialibro no?

Già, perché? Non è una domanda banale... Perché dopo ormai anni di ostinata e deliberata assenza da Facebook mi ritrovo a usare Buzz e trovarlo addirittura gradevole? Perché questo avviene nonostante la politica quantomeno discutibile con cui il nuovo servizio "social" di Google è stato lanciato? Sono domande che uno si pone... Magari sto diventando vecchio, magari mi hanno preso per noja, ma no. Credo ci sia dell'altro.

Partiamo col dire che sono tra i fortunati cui le politiche arbitrarie di attivazione di Buzz non hanno arrecato particolari seccature: i contatti importati automaticamente erano tutti effettivamente miei amici, nessuno dei miei amici è rimasto tagliato fuori, nessuna fidanzata ha scoperto particolari altarini (duole ammetterlo ma ciò si deve anche all'assenza tanto di fidanzate quanto di altarini)... Questo per dire che anche se sono pienamente d'accordo con chi sostiene che Google abbia cappellato in malo modo con il lancio di Buzz, e pur pensando che in generale BigG stia diventando un po' più cattiva mano a mano che diventa più grossa, essere rimasto solo potenzialmente vittima della loro leggerezza aiuta certamente a non odiarli tutti dal primo all'ultimo.

Ma torniamo al dunque, Buzz e Facebook si somigliano per molti aspetti, il primo è più minimalista e gioca su cose un po' più "esotiche" come la geo-localizzazione se uno posta dal cellulare, l'altro è semplicemente nel bene e nel male il punto di riferimento per tutto quello che è social network al giorno d'oggi, ma il punto di entrambi è farsi i cabasisi altrui e fare si che altrui possa farsi i cabasisi nostri condividere informazioni personali, notizie e tenersi in contatto.

Tutto considerato credo che la mia preferenza derivi principalmente da tre fattori:
 
1. Su Buzz non ci sono cani e porci, il che è probabilmente una considerazione transitoria, ma credo che rimarrà comunque sempre limitato all'ecosistema degli utenti Gmail, che ormai dovrebbero essere una "quota di mercato" consolidata e non si espanderanno bruscamente a meno che Google non tiri fuori dal cilindro qualcosa di (francamente) migliore di Buzz e del comatoso Wave. All'obiezione "ma su
Facebook tu accetti come amico solo chi vuoi e decidi chi e come vede le tue informazioni", potrei rispondere che (che io sappia) invece quello che lascio sulle bacheche altrui viene visto secondo le impostazioni dei proprietari della bacheca e secondo la loro politica su chi accettare come amici... ergo una bella fetta di gente che non conosco può comunque farsi una discreta manata di cabasisi miei (e io i loro, la qual cosa mi da quasi altrettanto fastidio, sia chiaro). Questo in aggiunta alle altre considerazioni in merito che vi racconterò tra poco.

2. Buzz integra altri social network come Twitter e Flickr, oltre ai vari pezzi dell'ecosistema dei servizi Google, ma non ritengo improbabile che prima o poi anche il supporto a Facebook, MySpace e altri network "concorrenti" arrivi. Resta il fatto che se avessi dovuto iscrivermi attivamente a un nuovo social network (Google o non Google - qualcuno ha detto Orkut?)  non l'avrei fatto: non è che davvero mi serva, quindi di certo non sarei andato a cercarlo. Invece Buzz è fatto apposta per mangiarsi aggregare i servizi che già uso. In più me lo sono trovato lì, già configurato (hem... ok ammettiamolo, buona la seconda) e già avviato, non devo sbattermi a "creare contenuti" apposta per Buzz (anche se ammetto che ha avuto una parte nella resurrezione di questo blog). Mi rendo conto che questa è stata una forzatura sugli utenti da parte di Google, e che se era già discutibile in principio è stata implementata anche peggio, ma all'atto pratico si inserisce in un ragionamento lucidissimo che non posso che condividere: se non ci avessero iscritto gli utenti arbitrariamente pochi si sarebbero sbattuti a provarlo, e i social network funzionano solo se riescono a raggiungere una certa massa critica. Malvagio forse, ma del tutto lineare... e comunque l'opzione per non usare Buzz c'era, bastava leggere la schermata automatica che tutti abbiamo ricevuto, e cliccare su "no grazie" invece di fare i pecoroni e pigiare il grosso tasto "SI LO VOGLIO" senza nemmeno guardare.

3. Buzz per ora non supporta componenti di terze parti, e spero non le supporterà mai. Qui non mi riferisco all'integrazione con altri network o servizi "esterni" ma all'inclusione di componenti altrui che possono liberamente sifonare i miei dati e farne ciò che meglio credono. Partiamo dal fatto che tutte le informazioni che ci sono su Buzz erano già in possesso di Google in quanto gestore della mia posta, del mio album fotografico, eccetera. Queste informazioni Google le può rendere più o meno pubbliche con il mio consenso ma non le "svende" a terzi, ne tanto meno terzi possono arrivare e chiedermele con il benestare di Google. Prendiamo ora Facebook, e lasciamo stare per un momento i "contenuti di alto livello" tipo Farmville, Pet Society o roba simile. Alzi la mano chi non ha mai fatto uno di quei test idioti tipo "Scopri quale personaggio dei Simpsons sei" questi programmini innocui ti richiedono per poter calcolare il tuo grado di "simpsonicità" di accettare una cosa del tipo "Se consenti l'accesso a $test_del_cavolo, l'applicazione potrà accedere alle informazioni presenti nel tuo profilo, alle foto, alle informazioni dei tuoi amici e ad altri contenuti di cui si rivelerà necessaria l'elaborazione". O_o' Dico, ma l'avete letto?!? Cioè per sapere se somiglio più a Bart o a Homer questi hanno bisogno di accedere a tutti i miei dati personali (ometto filippica sul perchè mettrli su FB in prima battuta), le mie foto, i dati in mio possesso riguardo i miei amici (aka se anche voi a questo punto lasciaste perdere, basta un amico sciocco - tutti ne abbiamo uno - e siete punto a capo), e non meglio specificate altre cose... e poi mi fai ancora anche delle domande? ...Per sapere a che Simpson assomiglio? Sarò un malpensante e una carogna ma mi viene da sospettare che gli autori del quiz abbiano dei doppi fini, e se ancora non li hanno di certo sono esposti a tentazioni non da poco perché presto avranno accesso a un patrimonio di informazioni per cui solo dieci anni fa qualsiasi ufficio marketing avrebbe venduto l'anima di sua nonna! Mettici anche che non tutti lo sanno ma per scrivere le str*****e applicazioni per Facebook (non so se questo includa i sondaggi ma di sicuro vale per le app un po' più evolute) uno si deve imparare il loro linguaggio di programmazione speciale con annessi e connessi. Per banale che il programma sia, le probabilità che gli autori siano dei buontemponi annoiati si assottigliano; quando va bene sono oneste multinazionali che fanno soldi su facebook in modo abbastanza trasparente, ma varrà per tutti? Perdonatemi la divagazione, era solo per chiarire un esempio della spazzatura sospetta che su Buzz non c'è e spero non ci sia mai.

Detto questo, non è tutto rose e fiori nemmeno con Buzz, e va da se che valgono le generiche regole di prudenza che si dovrebbero applicare a tutti i social network (e anche alla vita reale, sempre che ci si ostini a considerarli ambiti distinti), e anche in questo caso più dei limiti del sistema valgono la prudenza e il buon senso. In particolare c'è sta cosa della geo-localizzazione che è fantastica quando vai in giro per entrare in contatto con il "genius loci" ma vuol dire anche che, se non lo disattivo quando non serve, la gente vede ciò che scrivo in base a dove si trova piuttosto che all'essere o non essere miei amici. Tipo l'altro giorno c'era un utente che "commentava" la sua attesa per un colloquio di lavoro in termini che ne avrebbero ridotto le speranze di assunzione; niente di scurrile, per carità, ma abbastanza perché se io fossi stato il suo intervistatore e avessi letto quel post non l'avrei più assunto... e date le circostanze come l'ho letto io avrebbe potuto davvero leggerlo anche l'intervistatore!

Il punto di fondo è che tanto Buzz, quanto Facebook, o Twitter (e inserite pure quanti altri esempi vi vengono in mente)... non sono giocattoli, ma strumenti comunicativi di una certa potenza, ciascuno con i suoi punti di forza e le sue magagne. Perdonatemi ma credo che non capirlo e non regolarsi di conseguenza sia indice di ignoranza, di superficialità o di stupidità. Delle tre, una sola è parzialmente giustificabile, e comunque il problema rimane.

giovedì 18 febbraio 2010

La differenza tra un Pesce e una Torre

Ah, la DARPA, se non ci fosse bisognerebbe inventarla... anzi a dire il vero se non ci fosse si auto-inventerebbe.

Per chi non lo sapesse (e non avesse voglia di seguire il pratico link qui sopra), la DARPA è l'agenzia americana per la ricerca nel campo della difesa. Per intenderci sono alcune delle brillanti menti che sviluppano le super-armi fantascientifiche dell'esercito americano, e che negli ultimi cinquant'anni ci hanno regalato, accanto a una serie di buone funzionanti idee come l'M16 e gli aerei stealth, un campionario di perle umoristiche che include uomini che fissano capre, bombe che fanno l'amore invece che la guerra, e l'ultima sciccheria: il Pesce di Babele Robust Automatic Translation of Speech (RATS).

Questo magico roditore/traduttore dovrebbe in teoria essere in grado di tradurre "al volo" da e verso una ventina di linguaggi tra cui l'Arabo, il Farsi e il Pashtun, ovvero i tre idiomi in cui è più probabile che la frase "muori maledetto americano!" sia effettivamente accompagnata da una sventagliata di Kalashnikov. Ora, il razionale del progetto è abbastanza chiaro: se le truppe possono capire meglio la popolazione e farsi capire meglio a loro volta, è probabile che si parli di più e si spari di meno; ma non so perché tutta una serie di considerazioni mi fa pensare di non volermi assolutamente trovare nei panni di chi dovrà testare il roditore sul campo.

Innanzitutto ho dei seri dubbi sul fatto che si possa davvero creare una macchina in grado di tradurre efficacemente dall'inglese (lingua dal lessico ristretto e dalla grammatica essenziale, senza offesa) all'Arabo al volo e sulla base di input orali. Voi direte beh, Google Translate esiste e funziona decentemente, quindi in teoria... Quindi in teoria come vi trovereste a spiegare le vostre ragioni a un Afghano incazzato ed armato usando Google Translate attraverso un software di dettatura tipo Dragon Dictate? (tenete presente che voi sillabate bene le parole perché ve la state facendo sotto, l'Afghano NO!). Se si tratta di tradurre al volo una pagina web per capire il senso generale del discorso è un conto, ma se serve un lavoro di qualità le traduzioni sono uno degli ultimi baluardi in cui una persona mediamente preparata batte ancora il più potente dei computer ad occhi chiusi e con una mano dietro la schiena.

In secondo luogo la DARPA non è esattamente famosa per la parsimonia... progettare le armi del futuro è un affare MOLTO costoso e la "furbità" di un progetto e il suo costo non vanno esattamente di pari passo, quindi stimando che il RATS costi un intorno destro di un occhio della testa... quanti soldi si risparmierebbero semplicemente insegnando una seconda lingua diversa ad ogni soldato (a bastonate se serve, sono addestrati a uccidere e a morire non si spaventeranno mica per un po' di grammatica e sintassi!?) in modo da avere sempre mediamente un interprete efficace in ogni squadra (sempre che l'Afghano di cui sopra non spari PRIMA di gridare "muori maledetto americano!")?

Anche se in effetti è vero che se parli tre lingue sei un trilingue, se parli due lingue sei un bilingue, e se parli una lingua sola sei un Americano... a tratti mi viene da pensare che forse forse lo status quo è meglio: siamo davvero sicuri che se il pastore afghano capisse di più gli americani sarebbe meno incline a sparargli? Una cosa è certa, questo è uno di quei casi in cui sono quasi contento che almeno i nostri politici investano i soldi dei contribuenti in progetti più concreti.

martedì 16 febbraio 2010

Revival

Oggi è una giornata Uggiosa, con la U maiuscola: fuori c'è un tempo grigio che sembra Novembre, in ufficio c'è una penombra silenziosa e ovattata che persino i clienti sembrano timorosi di turbare con l'apparire di una mail o lo squillo di un telefono. Smaltite le mail del mattino e sistemate le due rogne avanzate da ieri (che invece non era una giornata per nulla uggiosa) sono rimasti solo quei lavoretti grigi dalla priorità tanto bassa da sfumare nell'irrilevante... in effetti è una giornata talmente Uggiosa che nella nebbia sembrano aggirarsi fantasmi d'altri tempi, come quello di questo blog che per due anni ho abbandonato al suo letargo. Ora ho tradotto il layout in italiano, aggiunto una citazione, cambiato il disclaimer... l'inizio di una nuova stagione di post ai margini dell'utilità in questo remoto angolo di internet sotto un indirizzo di secondo livello? Solo la nebbia saprebbe rispondere.